di Alessandro Perrone
Il mondo del tennis ha trovato il suo nuovo possibile dominatore. Carlos Alcaraz trionfa nella finale del Masters 1000 di Miami, superando in finale il norvegese Casper Ruud con il punteggio di 7-5 6-4 dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco. Il diciottenne di Murcia diventa il più giovane vincitore della storia nel torneo della Florida ed il terzo a livello di 1000 dopo Michael Chang e Rafael Nadal.
L’ennesima prova di classe e di forza per un ragazzo che vanta in carriera un ATP 250, un ATP 500 ed ora anche un Masters 1000. Manca, dunque, solamente uno Slam ad Alcaraz per completare il pokerissimo. Sono numeri impressionanti per un ragazzo di appena 18 anni, che sta riscrivendo tutti i record di precocità nel mondo del tennis e che è già al numero due della Race e ad un passo dall’entrare tra i primi dieci del mondo (è undicesimo con il sorpasso a Jannik Sinner a 10 punti dalla top ten).
I numeri dell’incontro parlano chiaro: Alcaraz ha chiuso il match con undici punti in più di Ruud (76 contro 65) e soprattutto con un ottimo 74% di punti vinti quando ha servito la prima. Ci sono anche sei ace per lo spagnolo contro i 5 del norvegese, che ha tenuto una percentuale più bassa di prime in campo (il 59% mentre il 71% l’iberico).
Nel primo set, infatti, Ruud si porta prima 3-0 e poi 4-1. Da qui parte la rimonta di Alcaraz – con delle vere e proprie magie da regalare al pubblico in Florida – fino al 7-5 finale. Il secondo parziale vede il teenager spagnolo partire meglio, Ruud prova a recuperare ma è anche costretto a chiamare l’intervento del fisioterapista per un fastidio all’anca sinistra. A questo punto, i primi break fanno la differenza e Alcaraz chiude 6-4.
“Non ho parole per descrivere come mi sento in questo momento. È così speciale vincere il mio primo Masters1000 qui a Miami. Ho una squadra incredibile con me“. Solo Michael Chang (Toronto 1990) e Rafael Nadal (2005 Monte Carlo) erano più giovani dei 18 anni e 333 giorni di Alcaraz quando hanno vinto i loro primi titoli 1000.
“Sapevo che Ruud stava giocando in maniera incredibile. Ho cercato di attaccare maggiormente sul suo rovescio per aprirmi il campo e metterlo in difficoltà. Non volevo fargli dominare la partita, la chiave è stata questa“, ha aggiunto il nuovo asso iberico.
Che dire altro sull’iberico? E’ un giocatore che, a soli 18 anni, dimostra di essere un atleta completo sia dal punto di vista fisico, che tecnico oltre che mentale.
È pazzesco come tiene il campo, è un missile coordinato e pulitissimo per come arriva sulla palla con puntualità e precisione. Quindi piazza dei colpi forti e ben indirizzati, in più durante il torneo ha dimostrato una buona variazione di gioco. Scatta, corre e arriva in pochi passi precisi suo colpo. E’ il prototipo del giocatore del futuro.
L’impressione fortissima però è che da qui a poco, Alcaraz sia competitivo per la vittoria di uno Slam.
Senza inconvenienti chiuderà la Race nei primi 3.